Da chi sono gestiti i rifiuti transfrontalieri?

Un’agenzia di consulenza ambientale, che offre servizi di trasporto di rifiuti transfrontalieri, di notifica e intermediazione rifiuti, deve essere sempre al passo e deve essere sempre aggiornata sulle nuove documentazioni e nuove regolamentazioni che cambiano ogni giorno. Proprio per questo motivo, le aziende si affidano a ditte di intermediazione rifiuti come Eco Valsabbia, che possono prendere in carico la gestione dei rifiuti.

Per gestire i rifiuti transfrontalieri bisogna essere iscritti all’Albo

La normativa ambientale italiana rappresentata dal D.Lgs 152/2006 prevede l’iscrizione obbligatoria nella categoria 6 dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali per le imprese che effettuano il solo esercizio dei trasporti transfrontalieri dei rifiuti in territorio italiano.

 

L’iscrizione è obbligatoria per tutte quelle aziende che fanno da intermediario e che trasportano i rifiuti dall’Italia all’estero, dall’estero all’Italia e con transito attraverso l’Italia. Tutti i trasporti di rifiuti transfrontalieri sono regolati secondo le norme previste dal Regolamento CE n. 1013/2006.

 

Non è così semplice e immediato iscriversi all’Albo Nazionale Gestori Ambientali perché servono determinati requisiti e specifici documenti.

Per presentare una domanda infatti, sono necessari questi documenti:

 

  • è necessaria la copia della carta d’identità dei rappresentanti legali della società;
  • le copie fronte retro delle carte di circolazione dei mezzi che l’azienda desidera inserire nell’Albo;
  • la dichiarazione antimafia da compilare e firmare per ciascun rappresentante legale;
  • è richiesto un domicilio postale in Italia;
  • la visura camerale;
  • il DURC, ovvero il documento unico di regolarità contributiva;
  • l’estratto dal casellario giudiziario di tutti i legali rappresentanti dell’azienda;
  • l’autocertificazione dei certificati aziendali che deve essere firmata dal legale rappresentante;

 

Per quanto riguarda le imprese estere esistono ulteriori accertamenti: alcuni documenti infatti, devono essere verificati con apostille, che è una verifica documentale valida anche a livello internazionale. Per questo processo servono altri documenti come:

  • l’autorizzazione per il trasporto di rifiuti;
  • la licenza comunitaria per il trasporto di merci (le imprese non dotate di tale licenza dovranno presentare sufficienti garanzie finanziarie per i veicoli che intendono iscrivere: 9.000 € per il primo veicolo e di € 5.000 per ogni ulteriore veicolo);
  • l’attestazione RT (Responsabile Tecnico), firmata da uno dei rappresentanti legali come responsabile dell’attività del trasporto di rifiuti nell’azienda.

 

Il responsabile tecnico

Secondo l’art. 10 c. 4 del DM 120/14, le imprese sono obbligate a nominare un responsabile tecnico che ottiene diversi compiti, le responsabilità (come suggerisce il nome) e alcuni requisiti definiti dall’art. 12 del medesimo decreto.

 

Con l’art. 4 della delibera 3 del 2016, il Comitato Nazionale ha definito che: “Nell’attesa delle determinazioni relative ai criteri per la valutazione dei requisiti professionali, della condizioni per lo svolgimento dell’incarico di responsabile tecnico e della necessaria ricognizione dei titoli conseguiti presso altro stato comunitario, l’incarico di responsabile tecnico è assunto dal legale rappresentante dell’impresa.”

 

Perciò il responsabile tecnico è un ruolo che viene ricoperto dal legale rappresentante dell’azienda, o da uno dei rappresentanti.

 

Ma qual è il ruolo del responsabile tecnico nell’ambito della gestione dei rifiuti transfrontalieri? Il Responsabile Tecnico è colui che gestisce e coordina tutte le azioni necessarie a garantire la corretta gestione dei rifiuti, svolgendo la propria attività in maniera effettiva e continuativa.

 

Inoltre, secondo la circolare del Comitato Nazionale dell’Albo Gestori Ambientali n. 2866/1999, egli “è responsabile delle scelte di natura tecnica, progettuale e gestionale che garantiscano il rispetto delle norme di tutela ambientale e sanitaria, con particolare riferimento alla qualità del prodotto e della prestazione realizzata e del mantenimento dell’idoneità dei beni strumentali utilizzati”.

 

Questa figura infatti è esperta in tutto ciò che riguarda il ciclo della gestione dei rifiuti. Utilizza le proprie competenze tecnico-scientifiche a quelle legate alla sicurezza sul lavoro e agli adempimenti normativi.

La consulenza ambientale

La consulenza ambientale è diventata per la maggior parte delle aziende quasi obbligatoria, dal momento che le normative e le regolamentazioni nel campo della gestione dei rifiuti sono sempre più complesse. Se sei interessato all’argomento e se vuoi saperne di più, clicca qui: Consulenza ambientale: cosa significa?